Il nuovo Liebherr demolition di Armofer



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Siamo stati invitati alla «prima pinzata» del nuovo Liebherr R980 demolition, la nuova ammiraglia della flotta dello specialista italiano Armofer. Presentata in anteprima mondiale allo scorso Bauma di Monaco di Baviera, il demolition alsaziano targato Siziano (PV) è stato consegnato all’impresa di demolizioni e bonifiche più quotata in Italia presso il cantiere per la demolizione a piano campagna della raffineria IES di Mantova, controllata dell’ungherese MOL GROUP.
Del modello Liebherr da scavo non resta più nulla… Tutto è realizzato su misura per rispondere alle applicazioni più gravose e alle richieste tecniche di Armofer. Per affiancare i Liebherr demolition R954, R974 ed R960, due anni fa l’impresa italiana ha sottoscritto la produzione del nuovo R980 Demolition i cui esemplari, ad oggi, si contano sulle dita di una mano. Battezzato Zeus, dio dell’Olimpo capo e protettore della famiglia e degli uomini, il nuovo Liebherr inizierà a lavorare in cantiere configurato per pinzare a circa 32 metri d’altezza.

(descrizione) A Mantova, al fianco della nuova ammiraglia, abbiamo anche visto due delle differenti attrezzature-configurazioni possibili: quella che permette di lavorare oltre i 50 metri d’altezza operativa e quella con l’attrezzatura telescopica a tre sfili firmata dalla britannica Kocurek, che permette all’R980 Demolition di arrivare oltre i 62 metri di altezza operativa!
A prendere i comandi del nuovo Zeus, allestito con una cesoia LaBounty MSD4000 (9.500 kg) in attesa che arrivi la sua MSD7500 (15.000 kg), è stato Andrea Cinerari: “È una macchina di dimensioni davvero importanti, anche in questa configurazione compatta. Nonostante la mia pluriennale esperienza, dovrò prenderci la mano! L’abbiamo scelta per ampliare la nostra flotta con una macchina all’avanguardia che ci permette di fare la differenza nei cantieri più impegnativi, come da tradizione. Aver avuto a fianco Liebherr per studiare le soluzioni tecniche che desideravamo su questo R980 Demolition è sicuramente un valore aggiunto, così come lo è avere una linea diretta con lo stabilimento di Colmar (Francia).
Per trasportarlo ci vogliono «solo» 9 bilici (l’elemento più pesante pesa 58 t, mentre la macchina al top arriva a 200 t), mentre per allestirlo in configurazione massima bisogna considerare una giornata di lavoro, nonostante il nuovo Zeus possa unire il suo corpo macchina ai longheroni cingolati in piena autonomia (senza autogrù presente) e il suo contrappeso sia dotato di idraulica incorporata per la sua movimentazione. Su Costruzioni leggerete più dettagli!

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