Dal 7 al 13 aprile 2025 tutti a Monaco di Baviera per Bauma, la più importante fiera del settore construction dell’area EMEA. L’organizzazione punta a numeri record in termini di espositori e visitatori, superiori all’ultima edizione precovid, quella del 2019. All’epoca, nel senso del 2019, i visitatori furono 620mila, 3.700 espositori, provenienti come sempre da ogni parte del mondo (i primi da 200 nazioni diverse, i secondi da 63), e quello dei partecipanti è in particolare il numero che si vuole quantomeno pareggiare il prossimo aprile. I lavori sono in corso, e alcune aziende come Liebherr e Doka stanno già iniziando a costruire i loro padiglioni. Bauma 2025 andrà in onda all’insegna della neutralità climatica, dell’automazione, dei cantieri connessi, della costruzione sostenibile e, attenzione attenzione, del settore minerario. Si perché un tempo le geopolitica era legata a doppio filo all’oro nero, al petrolio, ma ora le materie prime considerate strategiche sono sempre di più e per estrarle servono tecnologie che fanno capo al nostro settore. Se avete notato, anche il CECE ha una nuova e marcata attenzione al mining.
Economia e geopolitica
Tutto questo avviene in un momento non facile per l’economia europea e per l’industria tedesca, con l’automotive che arranca e fatica a fare da ammortizzatore tra gli stringenti obiettivi europei che impongono la transizione ad una mobilità sostenibile e la domanda della clientela finale, disorientata. In confronto, il settore della macchine e attrezzature per le costruzioni è molto più stabile, ma anche in questo caso il 2024 non è stato un anno facile per i grandi mercati del Vecchio Continente come Francia e, appunto, Germania. La speranza, insomma, è che la manifestazione in calendario il prossimo aprile segni un punto di rimbalzo e, dato che un reimpasto del governo tedesco è imminente. Il fermento c’è, a detta di chi sta curando le relazioni con gli espositori, al netto del fatto che alcuni dei fattori problematici registrati nell’ultimo triennio siano ancora irrisolti, a partire dal fatto che la guerra in Ucraina sta ancora andando avanti e che ogni ponte commerciale con la Russia sia stato tagliato di netto. Ciò nonostante, sono almeno 150 gli espositori debuttanti nella vera e propria città fieristica che viene costruita nelle notti precedenti all’apertura. Con alcune aree d’interesse in crescita, per quanto numericamente ancora non paragonabili a quelle europee, come ad esempio tra le aziende che operano nei paesi africani. E un’apertura, che c’è da prima ma si vorrebbe valorizzare ancora di più, verso altre utenze oltre a quelle professionali, ad esempio gli studenti: se ne attendono almeno 15 mila, una piccola percentuale rispetto al totale ma molto importante per gli organizzatori. In un settore che è cronicamente alla ricerca di forza lavoro, e fatica assai a trovarne, deve diventare sistematica la strategia di coltivare sin dalla tenera età l’interesse, di più, la passione per questo genere di sbocco, e Bauma ha tutta l’intenzione di perseguire questo obiettivo di lungo periodo, con un’area dedicata appositamente, zone di workshop con macchine e dimostrazioni, e relatori che illustreranno le possibilità di questo comparto.
È il tempo del fare
Gli organizzatori sono convinti che non sia più il tempo di parlare di rivoluzione perché c’è già stata, con l’avvento del digitale e delle nuove tecnologie, compresa l’integrazione dell’intelligenza artificiale. Ora è tempo di fare, con la consapevolezza della necessità di una transizione verso tecnologie sostenibili per l’ambiente. È arrivato il momento di mostrare la capacità di mettere in pratica. L’organizzazione identifica tre punti fondamentali: aumentare ulteriormente l'efficienza delle macchine, rendere i processi di costruzione più efficienti e utilizzare fonti di energia alternative. Il piano europeo per il raggiungimento della neutralità carbonica era stato presentato proprio per il 2019, con una scadenza al 2050.
“Si stima che la catena del valore delle costruzioni - dicono gli organizzatori - rappresenti attualmente circa il 36% delle emissioni di carbonio all'interno dell'UE. La stragrande maggioranza dei gas serra viene emessa durante la produzione di materiali da costruzione e decenni di funzionamento degli edifici completati. Tuttavia, per raggiungere l'obiettivo, tutto deve essere fatto durante la fase di costruzione per ottenere la massima decarbonizzazione”. “Poiché l'industria internazionale dei macchinari per l'edilizia ha già guidato vigorosamente questo sviluppo per decenni, ad esempio, attraverso componenti sempre più economici, molto è già stato raggiunto in questo senso”, afferma Joachim Schmid, managing director della divisione Construction Machinery and Building Material Plants presso la German Mechanical Engineering Industry Association (VDMA), aggiungendo che “c'è anche un potenziale significativo per ridurre la CO2 nel funzionamento delle macchine”, sia attraverso i sistemi di assistenza digitale e automazione dei processi, che con l’uso di motori elettrici, alimentazione a idrogeno o uso di olio vegetale idrogenato.
Questi sono tutti argomenti per i quali la direttrice della manifestazione Nicole Schmitt ha annunciato la creazione di un segmento tematico dedicato. “A patto - aggiunge la Schmitt - che imprenditori, produttori e politici colgano l’occasione per parlarsi e trovare il modo di definire un quadro giuridico adatto, con meno burocrazia, finanziamenti per la ricerca e linee guida per lo sviluppo di infrastrutture nazionali dedicate all’approvvigionamento delle fonti energetiche alternative. Stiamo anche lavorando per far salire i politici a bordo - continua la Schmitt - in modo che possano parlare con i nostri espositori e visitatori e conoscere davvero le loro esigenze, e garantire che i nostri ponti non crollino, ad esempio. Oppure, se si pensa di allestire un cantiere su un'autostrada e si vogliono far funzionare macchine elettriche, c’è bisogno di elettricità per ricaricarle. Tutte queste sfide possono essere discusse in modo costruttivo proprio al Bauma”.