Un nuovo modo di abitare: più inclusivo, più sostenibile, più collaborativo. È ispirandosi a questi valori che Brescia si lascia alle spalle la Torre Tintoretto del quartiere San Polo, disabitata da ben otto anni, per fare spazio a un progetto articolato in sei edifici per un totale di 270 appartamenti di nuova concezione. Il cantiere per la demolizione graduale dell’edificio e alla conseguente riconversione dell’area, è iniziato nel luglio 2021 a seguito della puntuale bonifica sia della struttura sia del terreno di pertinenza. Regista e protagonista assoluta di questo simbolico cantiere, che segna un momento storico per la città di Brescia, è l’impresa Vitali che per gli addetti ai lavori non ha bisogno di presentazioni. Quello della Torre Tintoretto è l’ennesimo progetto di bonifica e demolizione che conferma come l’esperienza in demolizioni di Vitali sia ormai da definirsi consolidata e quanto il team con la maglia giallo fluorescente stia investendo in macchine e attrezzature che permettono sempre di fare la differenza.
La struttura anni Ottanta
Il complesso della Torre Tintoretto, un’immobile di edilizia residenziale pubblica, costruito tra il 1984 e il 1987, nell’ambito dell’attuazione del Piano di Zona A/9 San Polo, è composto da due blocchi: la Casa Alta e il Padiglione monopiano prefabbricato in cui erano state realizzate sia autorimesse sia spazi per servizi commerciali. La Torre era a sua volta suddivisa in tre macrosettori. Al piano terra ed al primo piano trovavano spazio i locali tecnici e polifunzionali come la centrale termica, la sala contatori, la hall con reception, spazi comuni per il ricovero di biciclette, cantine pertinenti agli appartamenti e perfino un Bar con affaccio sulla retrostante area verde. Dal secondo piano fino al sedicesimo c’erano ben 195 unità abitative da tre a cinque vani, mentre al diciassettesimo piano erano state realizzate, come fossero dei solai, delle ulteriori cantine. I lavori di bonifica e demolizione della torre eseguiti da Vitali sono iniziati lo scorso anno e i primi elementi a essere demoliti sono stati corpi bassi, mediante la tecnica di demolizione top-down con l’utilizzo di escavatori demolition con peso operativo compreso tra le 40 e le 120 tonnellate. Al loro fianco Vitali ha utilizzato tutte le tecnologie necessarie per ridurre al minimo l’impatto ambientale delle operazioni sia a livello acustico, sia per quanto riguarda l’emissione delle vibrazioni e delle polveri con moderni sistemi d’abbattimento con acqua nebulizzata. L’obiettivo, ça va sans dire, è ridurre al minimo il disturbo arrecato ai residenti dell’area, alle attività commerciali e ai servizi attualmente attivi restringendo prima di tutto le fasi di cantiere più intense tra le sette del mattino e le diciotto.
Demolire, selezionare, rigenerare
Il materiale inerte generato dalle fasi di demolizione meccanica delle strutture in calcestruzzo è stato tutto gestito da Vitali in cantiere. In una prima fase è stato riutilizzato temporaneamente per l’esecuzione di un piano rialzato, con idonea rampa, per realizzare un piano di lavoro in grado di supportare il maxi escavatore demolition da 120 tonnellate con braccio high reach demolition. In seguito all’uso funzionale degli inerti di risulta, Vitali ha completato la selezione dei materiali in modo curato, progressivo e anche parallelo al lavoro di demolizione meccanica. Questo modus operandi rappresenta una buona pratica di economia circolare visto che di fatto ha permesso di ridurre di molto il trasporto di materiali da e per il cantiere e il relativo impatto sulla viabilità locale.
A tal proposito il cantiere per la demolizione della Torre Tintoretto è anche stato dotato di un sistema lavaggio delle ruote dei mezzi d’opera prima dell’accesso alla strada per assicurare le idonee condizioni di sicurezza alla circolazione pubblica in prossimità del cantiere.
Operazione da 45 milioni di euro
Come anticipato, la Torre Tintoretto era un simbolo dell’edilizia popolare bresciana anni Ottanta e lascia spazio oggi a un nuovo progetto che marca una svolta cruciale nella cultura del living. La rinascita dell’area è stata affidata da Aler alla società di investimenti immobiliari Redo SGR Società Benefit di Milano, nell’ambito del Fondo Immobiliare di Lombardia – Comparto Uno (FIL1), che investirà circa €45 milioni, in stretta sinergia con l’Amministrazione Comunale bresciana e con l’Osservatorio Tintoretto a cui prendono parte con cadenza mensile i presidenti dei Consigli di Quartiere San Polo Cimabue, San Polo Parco, San Polo Case e San Polino.
Cosa sarà
Al posto dei 18 piani di Torre “arcobaleno” è stato scelto di realizzare sei edifici per un totale di 270 appartamenti di nuova concezione, in classe A, in parte affittati in housing sociale e in parte venduti a prezzo calmierato.
I nuovi edifici sono stati progettati dallo studio MAB architettura (mabarquitectura.com) e sono ideati per coniugare elevati standard abitativi, tecnologici ed energetici a costi contenuti di realizzazione e gestione. Il progetto presenta tecnologie impiantistiche e costruttive innovative che permettono di raggiungere per ogni appartamento un’elevata qualità architettonica e ambientale. Espressione dell’attuale edilizia residenziale, saranno i diversi spazi comuni a disposizione degli inquilini, le due corti semi-pubbliche aperte al quartiere e integranti negozi e servizi, aree verdi, giochi per bambini, zone fitness e percorsi.